Fisco e Lavoro nell'era dell'IA

La rivoluzione del lavoro nell’era dell’algoritmo: un equilibrio precario

Il diritto del lavoro è al centro di una radicale trasformazione. L’ascesa dell’”algocrazia” vede gli algoritmi integrare profondamente i processi decisionali aziendali ridefinendo il rapporto di lavoro, oramai superando la previsione per tramutarsi in realtà percepibile e in grado di permeare i più disparati contesti produttivi; influenzando assunzioni, valutazioni e persino la carriera dei lavoratori, decodificano la realtà in termini logico-matematici, registrando, processando e talvolta manipolando immense quantità di dati a un ritmo quasi incomprensibile dalla mente umana.

L’emergere degli scenari appena delineati ha consequenzialmente favorito l’approdo nel mondo del lavoro di taluni interessanti fenomeni; si intende in questa sede riportarne due, a titolo di esempio, tra i più significativi in termini di novità e criticità.

  1. il management algoritmico: i sistemi intelligenti si rivelano efficaci strumenti di controllo, valutazione e classificazione delle prestazioni dei lavoratori attraverso meccanismi come i “sistemi di rating”, che combinano dati sul comportamento del lavoratore con feedback esterni, ad esempio da parte dei clienti. 
  2. la gamification del lavoro: una strategia che introduce nel lavoro elementi ludici– punteggi, classifiche e premi– intesi a motivare e aumentare la produttività. Sebbene possa sembrare un modo divertente per migliorare l‘engagement, la gamification è spesso un potente strumento di controllo indiretto in grado di spingere i lavoratori a sforzi eccessivi, generando stress, aumentando il rischio di sfruttamento e creando così un “uomo criceto” intrappolato nella logica del gioco. 

L’avvento di simili dinamiche rischierebbe (la scelta del condizionale volge a rasserenare chi scrive e, auspicabilmente, i lettori più suscettibili) di generare così una subordinazione algoritmica quantomeno disumanizzante, caratterizzata da decisioni operate da sistemi opachi e non facilmente comprensibili o contestabili dal lavoratore.

Le sfide si intensificano con l’emergere- oramai, evolvere- del metaverso, un ambiente digitale, immersivo e sociale che si profila come il futuro dello smart working.     In un simile contesto, la gamification trova evidentemente terreno fertile per amplificare le sue potenzialità, creando contesti lavorativi virtuali che promettono maggiore coinvolgimento ma celano nuovi pericoli. Lavorare nel metaverso, attraverso il proprio avatar, solleva delicate questioni sulla certezza dell’identità digitale, sui controlli pervasivi e sui potenziali rischi per la salute psicofisica dei lavoratori coinvolti, dalla deprivazione sensoriale alla dipendenza digitale. Aumentano anche i rischi di molestie e abusi che possono riprodursi in queste realtà virtuali, acuendo il problema della responsabilità degli utenti e delle piattaforme dalle quali dipende la fruizione di tali sistemi.

Di fronte a questi scenari, il diritto del lavoro si trova a dover “umanizzare” poteri datoriali oramai esacerbati dalla tecnologia. Una risposta normativa è il GDPR (Regolamento UE 2016/79), che introduce principi di trasparenza. L’articolo 22 si rivela in questo senso cruciale, sicché volge a censurare le decisioni basate unicamente su trattamenti automatizzati difendendo il cd. diritto all’intervento umano e promuovendo energicamente la visione di una IA antropocentrica, nella quale assume rilevanza centrale la sorveglianza umana secondo il principio dello human-in-the-loop per monitorare e correggere gli output digitali.

Una siffatta umanizzazione del giudizio è essenziale per riequilibrare il potere digitale; trasparenza algoritmica, buona fede e correttezza si rivelano i pilastri fondamentali di una disciplina di frontiera, giacché gli obiettivi ultimi risultano la tutela della dignità della persona e la garanzia che i valori costituzionali guidino il diritto del lavoro di fronte a un potere datoriale “sovraumano”.

Elenco delle fonti utilizzate:

  • Aloisi Antonio, De Stefano Valerio, Il tuo capo è un algoritmo. Contro il lavoro disumano, Laterza, Bari-Roma, 2020.
  • Arnaudo Luca, Pardolesi Roberto, Ecce robot. Sulla responsabilità dei sistemi adulti di intelligenza artificiale. Danno e Responsabilità, 2023, p. 409. 
  • Dorigo Stefano, The “algorithmic revolution”: fair taxation, social pact and global governance, in Belov M., The IT Revolution and its Impact on State, Constitutionalism and Public Law, Oxford 2021, p. 161 ss.
  • Zappala Laura, Informatizzazione dei processi decisionali e diritto del lavoro: algoritmi, poteri datoriali e responsabilità del prestatore nell’era dell’intelligenza artificiale, 16 no. 2021, in S. Aleo (a cura di), Evoluzione scientifica e profili di responsabilità, Pacini editore, Pisa, 2021, p. 363 ss.
  • GDPR- Regolamento 2016/679, https://www.garanteprivacy.it/regolamentoue